#vocalidartista

7 Aprile 2020

Con il progetto #vocalidartista a cura della direttrice Tiziana Casapietra anche il Museo della Ceramica di Savona partecipa alla campagna #iorestoacasa #stayhome


#iorestoacasa, 1° Maggio 2020

In assenza dello spettatore l’opera d’arte trionfa.
Il vocale che presentiamo oggi è di Alberto Garutti e descrive la sua opera “Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno?”. Realizzata nel 2010 è parte della collezione permanente del Museo della Ceramica di Savona. Alberto Garutti attualizza i vasi della secolare tradizione della ceramica savonese facendone dei fantasmi. I vasi sono infatti trattati con il silicato di zinco, un colore bianco fosforescente che si illumina al buio. Le sculture di Garutti trovano completa realizzazione nella loro solitaria e privilegiata relazione con lo spazio museale di notte, di fatto quando la presenza dello spettatore non è prevista.

Un particolare ringraziamento a tutti gli artisti che stanno collaborando a questo progetto.

Alberto Garutti
Alberto Garutti è nato a Galbiate (Lecco) nel 1948, vive e lavora a Milano. Artista e docente, ha insegnato alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e fino al 2013 è stato titolare della cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Attualmente insegna allo IUAV di Venezia, Facoltà di Design e Arti.
Il suo lavoro è stato presentato in alcune delle principali sedi espositive internazionali come la Biennale di Venezia nel 1990, la Biennale di Istanbul del 2001 e la “Memory Marathon” alla Serpentine Gallery di Londra nel 2012. Garutti è spesso chiamato a realizzare opere pubbliche per città e musei: a Gand in Belgio per il Museo S.M.A.K. in occasione della mostra “Over the Edges” (2000), a Herford per il MARTa Museum (2003), nel 2002 a Kanazawa, in Giappone, in collaborazione con il 21st Century Museum of Contemporary Art, a Mosca nel 2011 per il Moscow Museum of Modern Art nel contesto della mostra “Impossible Community” e a Milano nel quartiere di Porta Nuova su commissione di Hines Italia nel 2012.
Nel corso del 2017 ha esposto all’Hangar Bicocca di Milano, nella Cattedrale neogotica di Ostenda e presso il Palazzo del Quirinale a Roma e al museo Kestnergesellschaft di Hannover.
Nel 2019 l’opera Ai nati oggi è stata installata in Piazza del Popolo a Roma, in occasione della mostra “The Street. Where the World is Made”, a cura di Hou Hanru per il museo MAXXI.
Nel 2020, su incarico del Ministero della Cultura, realizzerà un’opera permanente site-specific per la nuova sede distaccata del Museo MAXXI a L’Aquila, negli spazi del settecentesco Palazzo Ardinghelli.

Per maggiori informazioni sull’opera “Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno?” clicca qui.


#iorestoacasa, 23 Aprile 2020

Con il suo vocale Sandro Lorenzini illustra la sua “Clessidra” un’opera esposta al Museo della Ceramica di Savona che riflette sul tempo e sul senso del suo inesorabile trascorrere.

Con il progetto #vocalidartista il Museo della Ceramica aderisce alla campagna #iorestoacasa. I Musei restano chiusi per contrastare la diffusione del virus, ma attraverso le tecnologie digitali hanno messo in campo azioni allo scopo di mantenere vivo e alimentare il dialogo con il loro pubblico.

Sandro Lorenzini
Scenografo di formazione, diviene scultore della ceramica sperimentando tecniche e linguaggi diversi a livello internazionale. Ha tenuto docenze alla Berkeley University e alla San José State University in California, all’Anderson Ranch Arts Center in Colorado, al Seto Ceramic Research Center e allo Shigaraki Cultural Ceramic Park in Giappone.
Le sue opere fanno parte di collezioni in vari musei del mondo tra cui il Mino Ceramic Museum, il Toki Ceratopia Museum e il Gifu Ceramic Museum in Giappone, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza e il Palazzo Reale di Caserta. Si è aggiudicato premi internazionali nelle biennali di Faenza, Vallauris (Francia), Mino (Giappone) e de Il Cairo (Egitto).

 


#iorestoacasa, 16 Aprile 2020

Irene Biolchini è critica d’arte e curatrice. Nel vocale che ci ha inviato e che pubblichiamo oggi si chiede cosa resterà, dopo questi mesi di isolamento, del nostro rapporto con la materialità delle cose, delle relazioni e della vita, riferendosi in particolare al rapporto fisico dell’artista con l’opera, specie se in ceramica. Le risponde Serena Fineschi con una suggestione che rimanda al rapporto fisico e intimo che lei, in quanto artista, ha con il suo lavoro.

Con #vocalidartista anche il Museo della Ceramica di Savona aderisce alla campagna #iorestoacasa. I musei che devono rimanere chiusi per contrastare la diffusione del Covid-19, cercano di mantenere viva la relazione con il loro pubblico trasferendo le loro attività su internet e incrementando l’uso dei social media.

Irene Biolchini (1984). Dopo la Specializzazione in Storia dell’Arte a Siena, ha conseguito un dottorato presso l’Università di Malta. Insegna corsi d’Arte Contemporanea al Department of Digital Arts, University of Malta ed è Guest Curator per il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, per il quale dal 2012 cura mostre site specific. Scrive per Espoarte e cura la rubrica “Gli artisti e la ceramica” per Artribune. È curatrice della collezione d’arte contemporanea di SCIC, per cui segue anche un progetto di installazioni site specific all’interno del flagship store in Via Durini a Milano. Ha pubblicato “Autoréférence Infinie: Individual, Community and History in Miquel Barceló’s works” (Mimesis International, 2019) e “Le faenze di Lucio Fontana” (Edizioni MIC, 2015).

Serena Fineschi è nata a Siena. Vive e lavora a Siena e a Bruxelles. Il suo lavoro è stato presentato in numerose sedi pubbliche e private in Italia e all’estero tra cui il Musées Royaux de Beaux-Arts de Belgique, Old Masters Museum, a Bruxelles, l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, il BozarCentre for Fine Arts di Bruxelles, la collezione Frédéric de Goldschmidt, la Fondation Thalie a Bruxelles, Officina asbl a Bruxelles, Belgio; il Museo di Arte Moderna e Contemporanea Raffaele de Grada a San Gimignano, il Complesso Museale SMS Santa Maria della Scala di Siena, il Centro d’Arte Contemporanea Palazzo delle Papesse a Siena, le Corderie dell’Arsenale a Venezia, la Biennale Manifesta12 a Palermo, Casa Masaccio Arte Contemporanea a San Giovanni Valdarno, la Fondazione Palazzo Magnani/Palazzo da Mosto a Reggio Emilia, l’Ospedaletto Contemporaneo, Complesso dell’Ospedaletto a Venezia, Palazzo Monti a Brescia, in Italia. È tra i fondatori di GRAND HOTEL, un luogo in movimento che ospita, raccoglie, accoglie e colleziona forme di passaggio provenienti dalle menti e dagli studi degli artisti. Nel 2016 ha ideato CAVEAU, una cassaforte incassata tra le mura medioevali della città di Siena che ospita idee. È tra gli ideatori di MODO asbl, associazione culturale per la promozione del contemporaneo fondata nel 2018, con sede a Bruxelles.

 


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#iorestoacasa, 13 Aprile 2020

Il vocale che presentiamo oggi è di El Anatsui  che nel 2015 è stato insignito del più alto riconoscimento della Biennale di Venezia, il Leone d’Oro alla Carriera. Anatsui è nato nel 1944 a Anyako, Ghana.

La sua nota vocale inviata l’11 aprile riflette sull’opera “Personal Security” installata al Museo della ceramica di Savona.

“Forse la proprietà che caratterizza al meglio l’argilla è la sua fragilità, soprattutto dopo la cottura. Ironia della sorte, questo è lo stadio in cui si presume che l’argilla abbia raggiunto il suo livello più ‘sofisticato’ o ‘avanzato’. Forse l’industria più fiorente nel mondo di oggi è quella della sicurezza; non solo la sicurezza degli Stati, ma anche dell’individuo e il suo bisogno di mantenere e conservare uno spazio personale inviolato. Paradossalmente, più precauzioni prendiamo, più rimaniamo vulnerabili e incapaci di superare e sradicare la nostra fragilità.” El Anatsui, 11.04.2020

Maggiori informazioni sull’opera visita questa pagina.

The voice note we present today is by El Anatsui  who, in 2015, was awarded the Venice Biennale‘s highest honor, the Golden Lion for Lifetime Achievement. Anatsui was born in 1944 in Anyako, Ghana. Lives and works in Nigeria.

His voice note sent on April 11th, ponders over the work “Personal Security” installed at the Savona Ceramics Museum, Italy.

“Perhaps clay’s most distinctive property is its fragility, especially after firing. Ironically, this is the stage at which it is assumed clay is at its most ‘sophisticated’ or ‘developed’ level.  Perhaps the most thriving industry in today’s world revolves around the security not just national security but also the need for the individual to maintain and retain an inviolate personal space. Paradoxically the more precautions we take the more vulnerable remain and unable to surmount and eradicate our fragility.” El Anatsui, April 11th, 2020

More info on the work on  http://musa.savona.it/museodellaceramica/en/italiano-chiacchierando-con-el-anatsui-lartista-ghanese-racconta-personal-security/


#iorestoacasa, 7 Aprile 2020

Il vocale che presentiamo oggi, intitolato “Una bibliografia per la pandemia”, ci è stato inviato da Cesare Viel per rispondere alla pandemia in corso attraverso la lettura di un brano tratto da “La frase infinita. Thomas Bernhard e la cultura austriaca” un libro di Aldo Giorgio Gargani (ed. Laterza, 1990).  Scegliendo di leggerci questo brano, Viel suggerisce che il senso della cultura è quello di riuscire a respirare nuovamente. Oggi più che mai.

Anche il Museo della Ceramica di Savona aderisce alla campagna #iorestoacasa

Cesare Viel è nato a Torino nel 1964. Vive e lavora a Genova. La sua pratica espressiva si muove tra performance e installazione. Nel suo lavoro si serve di vari mezzi espressivi come il suono, la voce, la scrittura, la fotografia, il video, il disegno. Nel 2019 il PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, gli ha dedicato un’ampia personale a cura di Diego Sileo. Dalla fine degli anni Ottanta, ha esposto in gallerie private, musei e Fondazioni in Italia e all’estero. Nel corso degli anni Novanta ha partecipato a importanti mostre collettive tra cui: “Molteplici Culture”, a cura di Carolyn Christov Bakargiev e Ludovico Pratesi, Convento Sant’Egidio/ Museo del Folklore, Roma, 1992; “Soggetto/Soggetto”, a cura di Francesca Pasini e Giorgio Verzotti, Museo d’Arte Contemporanea, Castello di Rivoli, Torino, 1994; “Ultime generazioni”, XII Quadriennale d’Arte, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1996; “Officina Italia”, a cura di Renato Barilli, GAM, Bologna e altre sedi; 1997; “Subway”, a cura di Roberto Pinto, Metropolitana Milanese, Milano, 1998; “La Ville, le Jardin, la Mémoire”, a cura di Carolyn Christov Bakargiev e Hans Ulbrich Obrist, Villa Medici, Roma, 1998; “Disidentico”, maschile femminile e oltre, a cura di Achille Bonito Oliva, palazzo Branciforte, Palermo, 1998. Nel 1999 ha partecipato, con Cesare Pietroiusti, Luca Vitone, Eva Marisaldi, Salvatore Falci e altri, al progetto “Oreste alla Biennale”, in occasione della 48esima edizione della Biennale d’Arte di Venezia, a cura di Harald Szeemann.


#iorestoacasa, 6 Aprile 2020 

Il vocale che presentiamo oggi ci è stato inviato da Vedovamazzei a descrizione di “Reset” un’opera realizzata nel 2009, parte della collezione permanente del Museo della Ceramica di Savona. 

I #vocalidartista sono un modo adottato dal Museo per mantenere vivo il contatto con il suo pubblico e gli artisti con cui collabora anche in un momento, come quello attuale, in cui tutti musei, in quanto luoghi di aggregazione, sono chiusi per contrastare la diffusione del Covid-19. Con #vocalidartista il Museo della Ceramica aderisce alla campagna #iorestoacasa.

Un particolare ringraziamento a tutti gli artisti che stanno collaborando con noi a questo progetto.

Vedovamazzei 
Stella Scala e Simeone Crispino lavorano insieme con il nome di Vedovamazzei dal 1991. Vivono e lavorano a Milano. 
Principali esposizioni personali: 2019: Base/Progetti per l’arte, Firenze; 2018: Galleria De Foscherari, Bologna; 2016: Galleria Umberto Di Marino, Napoli; 2014: Maxxi, Roma; 2012: Galeria Fucares, Madrid; 2010: Magazzino d’Arte Moderna, Roma; 2008: MAMbo, Bologna; 2007: Galleria Borghese, Roma; 2006: M.A.D.R.E, Napoli; 2004: GAM, Torino; 2002: Palazzo delle Papesse, Siena; 2001: GAMec, Bergamo. 

Principali esposizioni collettive: 2019: La Galleria De’ Foscherari 1962/2018. MamBo, Bologna; 2018: “The Street. Where the World is Made”, MAXXI, Roma; “Da io a Noi. La città senza confini”, Palazzo del Quirinale, Roma; “Da Duchamp a Cattelan”, Foro Palatino, Roma; “Piano City Milan”, PAC, Milano; 2015: “Liberi tutti! Arte e società in Italia 19892001”, Museo Ettore Fico, Torino; “The Wolf And The Tiger”, Palazzo della Permanente, Milano; 2013: “Non Basta Ricordare”, Maxxi, Roma; “Wunderkammer”, Museo Poldi Pezzoli, Milano; “La lettura. Cento copertine d’autore”, Palazzo della Triennale, Milano; “Intorno al Libro”, Museum Poldi Pezzoli, Milano; 2012: “Una magnifica ossessione”, MART, Rovereto; “Neon – la materia luminosa dell’arte”, MACRO, Roma; 2010: “Ibrido”, PAC, Milano; “Keep Your Seat. Stai Al Tuo Posto”, GAM, Torino.

“Reset” è stato prototipato ad Albisola (Italia) in occasione dell’esposizione itinerante “Cambiare il mondo con un vaso di fiori”, Mudac-Museo di design e arti applicate contemporanee, Losanna, 2011; Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti di Camogli, 2010-2011; Istituto Italiano di Cultura di Madrid, 2010. 

Per maggiori informazioni sull’opera clicca qui.


#iorestoacasa, 2 Aprile 2020 

L’insolito vocale di oggi ci è stato inviato da Simone Berti a descrizione della sua opera “Pipe Dream” esposta al Museo della Ceramica di Savona.

I #vocalidartista sono un modo adottato dal Museo per mantenere vivo il contatto con il suo pubblico e gli artisti con cui collabora anche in un momento, come quello attuale, in cui tutti musei, in quanto luoghi di aggregazione, sono chiusi per contrastare la diffusione del Covid-19. Con #vocalidartista il Museo della Ceramica aderisce alla campagna #iorestoacasa.

Simone Berti è nato ad Adria (Rovigo), vive e lavora a Milano. Il suo lavoro è stato esposto alla 53ª Biennale di Venezia e in varie istituzioni in Italia e all’estero. Tra le principali esposizioni personali: 2017: MACRO, Roma; 2016: Istituto Svizzero di Cultura, Milano; 2015: Studio Geddes/Franchetti, Roma; 2008: Galleria Vistamare, Pescara; 2006: Base, Firenze; 2005: Massimo De Carlo, Milano; 2005: GAMeC, Bergamo; 2001: Villa Medici, Roma; 2000: Galleria Analix, Ginevra. Tra le collettive: 2017: “And What, For Example, Am I Now Seeinng?”, Galleria Continua, Boissy -le-Chatel, Francia; 2015: “Liberi Tutti”, Museo Ettore Fico, Torino; 2014: “Visioni per un inventario”, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; 2013: “La Biblioteca Fantastica”, MAN Nuoro; 2012: “Fuoriclasse”, GAM Milano; 2009: 53ª Biennale di Venezia; “Italics”, MOCA The Museum of Contemporary Art, Chicago; “Esposizione Internazionale”, GAMeC, Bergamo;2008: “Italics”, Palazzo Grassi, Venezia; 2007: “Il Apocalittici Integrati”, MAXXI, Roma; 2005: “Bidibidobidiboo”, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; 2005: “BYO. Bring Your Own”, MAN, Nuoro; 2004: “I nuovi mostri”, Fondazione Nicola Trussardi, Milano/Venezia; 2002: “Polyphonix 40”, Centre Georges Pompidou, Parigi; 2001: “Egofugal” Istanbul Biennial; 2000: “Talentum, tolerare”, Fondazione Querini Stampalia, Venezia; Manifesta 3, Ljubljana (Slovenia); “Zeitwenden/Outlook”, Kunstmuseum, Bonn (Germania).

“Pipe Dream” di Simone Berti è stato prototipato ad Albisola (Italia) nel 2010 in occasione dell’esposizione itinerante “Cambiare il mondo con un vaso di fiori”, Mudac-Museo di design e arti applicate contemporanee, Losanna, 2011; Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti di Camogli, 2010-2011; Istituto Italiano di Cultura di Madrid, 2010.

Per maggiori informazioni sulle “Pipe Dream” visita questa pagina.


#iorestoacasa, 30 Marzo 2020 

Ma cos’è il Design disfunzionale? Ce lo spiega Franco Raggi nel suo #vocaledartista mentre illustra il lavoro “Scarpe vincolanti, 1975/2006. Ricostruzione filologica di un progetto del 1975 di Alessandro Mendini, Davide Mosconi, Nazareno Noia e Franco Raggi”.

Nel 1975 si tenne a Milano il “Seminario della Global Tools”, scuola senza sede di Radical Design. In quell’occasione vennero realizzate le “Scarpe vincolanti” di cui, nel 2006 e nel 2019, sono state prodotte le copie allestite permanentemente al Museo della Ceramica di Savona e sulla passeggiata a mare “Eugenio Montale” di Albisola Superiore.

Con #vocalidartista il Museo della Ceramica aderisce alla campagna #iorestoacasa. In un momento in cui tutti i luoghi di aggregazione sono chiusi per limitare le relazioni sociali e contrastare la diffusione del Covid-19, i Musei si servono della rete per mantenere vivo il contatto con il loro pubblico e presentare le proprie collezioni in modo inedito.

Franco Raggi
Laureatosi in architettura al Politecnico di Milano, Raggi ha progettato architetture, spazi commerciali, showroom, mostre e oggetti per varie aziende del design internazionale. Tra i diversi ruoli ricoperti si ricordano quelli di segretario coordinatore della sezione Arti visive-architettura della Biennale di Venezia (1975-76), di responsabile della Raccolta del Design alla Triennale di Milano (1979-80) e di direttore della rivista di design MODO (1981-83). In campo architettonico si ricorda invece il progetto degli interni dell’Ospedale Humanitas (Milano, 1996) e quelli della maison Gianfranco Ferré (Milano, 1998) e della sede della Fondazione Gianfranco Ferré (Milano, 2010).

Il “Seminario della Gobal Tools”
“Nel giugno ’75, alcuni architetti, designer e artisti lavoravano a costruire oggetti improbabili nel cortile di una vecchia casa di Milano. Si svolgeva il primo ‘Seminario della Global Tools’, scuola senza sede di Radical Design. Tema: ‘Il corpo e i vincoli’. Alla consolidata pratica di un design tecnologico, confortevole e funzionale, se ne voleva contrapporre una nomade per un design arcaico e disfunzionale. Dal cortocircuito logico e procedurale scaturivano oggetti inutili, a sfondo provocatorio e riflessivo, sulle certezze del progetto e sulla necessità di mantenere vivo un dialogo tra l’arte e il design, tra il corpo come utensile e gli oggetti come protesi propedeutiche a rifondare creativamente il rapporto forma/funzione. Tra i prodotti del seminario: occhiali a tubo per guardarsi negli occhi, bracciali vincolanti, zoccoli per camminare in salita, vestiti elastici per persone unite, e queste scarpe per un confronto frontale obbligato. Fatte sperimentalmente in creta, propongono la fusione di due scarpe diverse, impediscono di camminare, obbligano le due persone che le indossano a un’inevitabile ma regolata promiscuità dei corpi e degli sguardi. Nel 2006 la Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea e Attese Edizioni mi hanno dato l’occasione di ricostruire in ceramica quell’oggetto all’apparenza inutile. Di quel progetto, fatto trent’anni fa con Alessandro Mendini, Davide Mosconi e Nazareno Noia, ho desiderato riportare in vita lo spirito e l’intenzione, nonché il fascino sottile di un manufatto indubbiamente funzionale.” Franco Raggi

Per maggiori informazioni sulle “Scarpe Vincolanti” visita queste pagine: Museo della Ceramica e Attese Edizioni.


#iorestoacasa, 26 Marzo 2020 

Il vocale d’artista che pubblichiamo oggi è di Vincenzo Cabiati ed è una suggestione ad accompagnamento della sua opera “Corrado Levi plays the cello”, un ritratto all’amico artista Corrado Levi. L’opera è parte della collezione permanente del Museo della Ceramica di Savona.

Con #vocalidartista il Museo della Ceramica aderisce alla campagna #iorestoacasa.

In un momento in cui tutti i luoghi di aggregazione sono chiusi per limitare le relazioni sociali e contrastare la diffusione del Covid-19, i Musei si servono della rete per mantenere vivo il contatto con il loro pubblico e presentare le proprie collezioni in modo inedito.

Vincenzo Cabiati è originario di Vado Ligure (Savona). Nella sua formazione artistica si ispira alle opere del padre Achille. Alla fine degli anni Ottanta, si trasferisce a Milano dove allestisce la sua prima mostra personale, “Femminea“, presso la Gió Marconi Gallery. Tra le sue mostre più recenti ricordiamo: 2019-2020: “L’invenzione del Corpo”, Galleria Vannucci, Pistoia; 2019: “Giovane Custer”, AF arte contemporanea, Bologna; “Saint Sebastian”, Museo della Ceramica di Savona; 2018: Donazione Giancarlo e Danna Olgiati al Masi Lac, Lugano; 2016-17: “Rich Bitch”, Assab One, Milano; 2014: “Vincenzo Cabiati – Corrado Levi”, Spazio-1, Lugano.

Per maggiori informazioni sull’opera “Corrado Levi plays the cello” clicca qui.


#iorestoacasa, 23 Marzo 2020 

Grazie a Luca Vitone per aver contribuito al progetto #vocalidartista illustrando il suo lavoro “Eppur si muove” esposto al Museo della Ceramica di Savona.

Luca Vitone è nato a Genova nel 1964. Vive e lavora tra Berlino e Milano. Nel 2013 il suo lavoro è stato presentato alla 55esima Biennale di Venezia (padiglione Italia). Con il progetto #vocalidartista anche il nostro Museo aderisce alla campagna #iorestoacasa con cui i Musei stanno cercando di alimentare il legame con i loro pubblici potenziando l’uso della rete e delle tecnologie digitali. Gli artisti coinvolti nel progetto ci stanno mandando suggestioni vocali a illustrazione dei loro lavori esposti al Museo della Ceramica. Altri #vocali seguiranno. Stay tuned!

Le vostre idee e i vostri suggerimenti sono preziosi. Potete scriverci qui sotto nei commenti oppure via mail a comunicazione@museodellaceramica.savona.it

Maggiori informazioni su Luca Vitone.
Tra le più recenti esposizioni ricordiamo: 2019: “Romanistan”, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci; “You Got To Burn To Shine”, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; 2018: “Europa!”, Galerie Nagel Draxler, Berlin; “Wunderkammer”, Pinksummer, Milano; 2017: “IO, Luca Vitone”, PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano; “Da io a noi. La città senza confini”, Palazzo del Quirinale, Roma; “Da Duchamp a Cattelan. Arte contemporanea sul Palatino”, Palatino, Roma; 2016: “Highlights/Visions”, MAXXI, Roma; “Altri tempi altri miti. Sedicesima Quadriennale d’Arte”, Palazzo delle Esposizioni, Roma; 2015: “Ennesima”, Palazzo della Triennale, Milano; “Collezionare per un domani”, Museion, Bolzano; “La scrittura degli echi,” MAXXI, Roma; “Liberi tutti! Arte e società in Italia. 1989 – 2001,” Museo Ettore Fico, Torino.

L’opera “Eppur si muove” qui illustrata è stata prototipata da Attese Edizioni ad Albisola (Italia) in occasione dell’esposizione itinerante “Cambiare il mondo con un vaso di fiori”, Mudac-Museo di design e arti applicate contemporanee, Losanna, 2011; Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti di Camogli, 2010-2011; Istituto Italiano di Cultura di Madrid, 2010. “Eppur si muove” è stato anche presentato in occasione dell’esposizione personale di Luca Vitone “Isole recluse. Ottologia della villeggiatura”, Galleria Cesare Manzo, Roma, 2011.


#iorestoacasa, 19 Marzo 2020

Oggi, nell’ambito del progetto #vocalidartista presentiamo “Architettura divisa (casette)” descritta dallo stesso autore, l’architetto e designer Franco Raggi.

“Architettura divisa (casette)” fa parte della collezione permanente del Museo della Ceramica. Ringraziamo Franco Raggi per aver contribuito a questo progetto inviandoci il suo vocale.

Laureatosi in architettura al Politecnico di Milano, Franco Raggi ha progettato architetture, spazi commerciali, showroom, mostre e oggetti per varie aziende del design internazionale. Tra i diversi ruoli ricoperti si ricordano quelli di segretario coordinatore della sezione Arti visive-architettura della Biennale di Venezia (1975-76), di responsabile della Raccolta del Design alla Triennale di Milano (1979-80) e di direttore della rivista di design “Modo” (1981-83). In campo architettonico si ricorda invece il progetto degli interni dell’Ospedale Humanitas (Milano, 1996) e quelli della maison Gianfranco Ferré (Milano, 1998) e della sede della Fondazione Gianfranco Ferré (Milano, 2010).

Con #vocalidartista il Museo della Ceramica aderisce alla campagna #iorestoacasa.
In un momento in cui tutti i luoghi di aggregazione sono chiusi per limitare le relazioni sociali e contrastare la diffusione del Covid-19, i Musei si servono della rete per mantenere vivo il contatto con il loro pubblico e presentare le proprie collezioni in modo inedito.


#iorestoacasa, 17 Marzo 2020

Una nuova #pilloladarte realizzata grazie alla nota vocale che ci ha inviato Adrian Paci a illustrazione di “Secondo Pasolini”, un suo lavoro del 2006 ispirato a “Il Vangelo Secondo Matteo” di Pasolini. “Secondo Pasolini” è parte della collezione permanente del Museo della Ceramica di Savona.

Adrian Paci vive e lavora tra Milano e Shkodër (Albania). Il suo lavoro è presente, tra l’altro, nelle collezioni del Centre Pompidou (Parigi), del MoMA The Museum of Modern Art (New York), della Solomon Guggenheim Foundation (New York), della Fundacio Caixa (Barcellona), del Kunsthaus di Zurigo, del Museo d’Arte Contemporanea di Miami (Stati Uniti). Ha esposto a livello internazionale: 2019: Kunsthalle, Krems (Austria); National Gallery of Arts, Tirana (Albania); 2015: MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma; 2014: Musée d’Art Contemporain, Montréal; 2013: PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano; Jeu de Paume, Parigi; 2010: Kunsthaus, Zurigo; 2009: Kunstverein, Hannover; CCA, Tel Aviv; 2008: Tate Modern, Londra; 2005: P.S.1 Contemporary Art Center, New York. Tra le Biennali ricordiamo nel 2014 la partecipazione alla Biennale di Busan, Corea del Sud; nel 2013 la Biennale di Thessaloniki, Grecia e la Biennale di Mosca; nel 2010 la Biennale de L’Avana, Cuba; nel 2005 la Biennale di Venezia. Ha rappresentato l’Albania alla Biennale di Venezia (architettura) nel 2014 (arte) e alla Biennale di Venezia (arte) nel 1999.

#pilloledarte è un progetto realizzato grazie alla generosa collaborazione degli artisti che ci stanno mandando i vocali a illustrazione dei loro lavori esposti al Museo della Ceramica di Savona. Con queste pillole proviamo a mantenere viva le relazioni tra il Museo e il suo pubblico in un momento delicato come quello attuale in cui arte e cultura ci aiutano a mettere a fuoco quello che stiamo vivendo, proponendoci modi diversi di pensare e di esistere.


#iorestoacasa, 15 Marzo 2020

Nell’ambito del progetto “Pillole d’Arte” oggi presentiamo “Eye Verbal Motor” di Silvia Celeste Calcagno, un lavoro che unisce fotografia e ceramica. Realizzato nel 2019, è parte della collezione permanente del Museo della Ceramica di Savona. Protagonista dell’opera è l’artista stessa che usa il proprio viso e il proprio corpo per comunicare temi universali quali la vita, il dolore, la morte e la rinascita.

Per maggiori informazioni sull’opera e il lavoro dell’artista vi rimandiamo all’intervista “A tu per tu con Silvia Celeste Calcagno”.

“Pillole d’Arte” è un progetto pensato per mantenere vive le relazioni tra il Museo della Ceramica e il suo pubblico in un momento in cui tutti gli spazi di aggregazione sono chiusi per contrastare i contagi e fronteggiare l’emergenza. Con “Pillole d’Arte” intendiamo sollecitare riflessioni sull’arte e sulla cultura soprattutto ora che le nostre certezze e i nostri punti fermi sembrano sgretolarsi. È in situazioni come queste che l’arte e la cultura tornano a essere più importanti che mai, ci tendono una mano, ci aiutano a mettere a fuoco quello che stiamo vivendo, proponendoci modi diversi di pensare e di esistere.
Un ringraziamento speciale a tutti gli artisti che stanno collaborando a questo progetto con noi.
“Pillole d’Arte” è un progetto del Museo della Ceramica di Savona a cura della Direttrice Tiziana Casapietra.

Silvia Celeste Calcagno è nata a Genova nel 1974. Nel 2015 è la prima donna italiana a vincere il Premio Faenza, 59° edizione. Nel 2017 nell’ambito della V Biennale di Mosaico Contemporaneo a Ravenna in collaborazione con il MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza inaugura la personale “Il Pasto bianco” a cura di Davide Caroli. L’opera esposta diventa parte della collezione permanente della storica Biblioteca Classense. Nel 2019 vince la terza edizione del Premio “L’Arte che Accadrà”, a cura di Valentina Ciarallo, con l’opera “Just lily” oggi allestita nella sede del Gruppo HDRÀ a Palazzo Fiano Roma. Tra gli altri, si sono occupati del suo lavoro: Luca Beatrice, Francesca Bogliolo, Luca Bochicchio, Ilaria Bonacossa, Alessandra Gagliano Candela, Silvia Campese, Davide Caroli, Claudia Casali, Valentina Ciarallo, Maria Teresa Ferrari, Flaminio Gualdoni, Lisa Hockemeyer, Daniela Lotta, Angela Madesani, Michele Mari, Maurizio Tarantino, Matteo Zauli.


#iorestoacasa, 12 Marzo 2020

Il vaso non si vede perché è nascosto dal fiore. Così dice Corrado Levi nella nota vocale che ci ha inviato a illustrazione della seconda pillola d’arte che vi proponiamo dedicata al suo “Flower”. Anche quest’opera fa parte della collezione permanente del Museo della Ceramica di Savona ed è un’evocazione dei “Flowers di Andy Warhol. Nei prossimi giorni pubblicheremo altre pillole d’arte. Un ringraziamento speciale a Corrado Levi e a tutti gli artisti che stanno contribuendo al nostro progetto inviandoci le loro suggestioni vocali. Stay tuned!

Nato a Torino nel 1936, Corrado Levi vive e lavora a Milano. La Triennale di Milano gli ha appena dedicato la mostra “Tra gli spazi” (conclusa il 23 Febbraio 2020). Levi è architetto, artista, curatore, scrittore, designer e collezionista. Allievo di Carlo Mollino e Franco Albini, è stato docente di Composizione Architettonica alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Figura poliedrica, dai primi anni Ottanta è stato un vero e proprio animatore culturale. Il suo lavoro ha influenzato profondamente la ricerca artistica italiana aprendola a nuove possibilità espressive. Nel 1986 ha curato al PAC di Milano “Il Cangiante”, l’evento espositivo che ha cambiato il modo di fare arte e di raccontarla e che ha influenzato un’intera generazione di curatori, architetti e critici.

Il lavoro di Corrado Levi è stato esposto in tutto il mondo. Tra le più recenti esposizioni personali ricordiamo: “Arte come differenza, Ribot Arte Contemporanea, Milano (2017); “One Hundred Boys’ Sexes. Each Visitor Can Buy One for One Hundred Dollars, MARS, Milano (2015); “Tra sorriso e sogno, Fabbrica Eos, Milano (2013); “Quasi, autoamori di Johnny e Una poesia, Peep-Hole, Milano (2010); “18 modi di progettare ad arte, a cura di Giacinto Di Pietrantonio e Beppe Finessi, GAMeC, Bergamo (2010); “Corrado Levi”, Galleria Ermanno Tedeschi, Torino (2005).

Tra le collettive: “PoliArte (L’Arte delle Arti), Galleria Enrico Astuni, Bologna (2019); “Franco Toselli e gli artisti di “Portofranco”. Soft devolution, Triennale, Milano (2018); “Altri tempi, altri miti, XVI Quadriennale – Palazzo delle Esposizioni, Roma (2016); “ Destinazione d’uso, Castello di Rivara (2014); “Fuori! Artisti, Fondazione Sandro Penna, Torino (2013); “Geode, Palazzo Ducale, Genova (2012); “Quali cose siamo, Triennale Design Museum, Milano (2010).

Ha partecipato inoltre a rassegne quali: “BAM – Biennale d’arte moderna e contemporanea del Piemonte, Chieri (2014); Biennale di ceramica nell’arte contemporanea”, Albissola (2003, 2006, 2010).

Tra le pubblicazioni citiamo: “È andata così”, Electa, Milano, 2009; “Mes amis! Mes amis!”, Corraini, Mantova, 2007; “Marrakech Teoria”, Cadmo, Firenze, 2004; “Vedere l’arcobaleno con la coda dell’occhio”, Charta, Milano, 2002; “Teoria e lavori. Arte 1982-1996”, Giancarlo Politi Editore, Milano, 1996; “Tiro al bersaglio su problemi di architettura”, Tranchida, Milano, 1994; “Trattatino di architettura”, Tranchida, Milano, 1993; “Canti spezzini”, Chimera, Milano, 1986; “Una diversa tradizione”, CLUP, Milano, 1985.

“Flower” è stato prototipato nel 2010 da Attese Edizioni ad Albisola (Italia) in occasione dell’esposizione itinerante “Cambiare il mondo con un vaso di fiori”, Mudac-Museo di design e arti applicate contemporanee, Losanna, 2011; Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti di Camogli, 2010-2011; Istituto Italiano di Cultura di Madrid, 2010.


#iorestoacasa, 10 Marzo 2020

Anche il Museo della Ceramica di Savona aderisce alla campagna #iorestoacasa

Non sappiamo quanto questa emergenza durerà e per quanto tempo i Musei dovranno rimanere chiusi, ma useremo tutti i canali che la tecnologia ci mette a disposizione per sviluppare il rapporto che abbiamo costruito con voi in questi anni grazie alla vostra costante e attiva partecipazione alla vita del nostro museo.

A questo fine stiamo lavorando a una serie di progetti che, da oggi, renderemo pubblici attraverso il sito del Museo, i social a esso collegati, il nostro servizio newsletter e, per chi fosse interessato, anche con messaggistica su WhatsApp. Anzi, mi piacerebbe che foste proprio voi a suggerire interventi virtuali da sviluppare insieme utilizzando le diverse piattaforme. Potete esporci le vostre idee lasciando un commento sui canali social del Museo (Facebook e Instagram) oppure inviando una mail a comunicazione@museodellaceramica.savona.it

Il primo dei nostri progetti è una presentazione inedita di alcune opere esposte al Museo. Abbiamo chiesto agli artisti di inviarci vocali a illustrazione dei loro lavori. Stanno rispondendo con grande generosità inviandoci suggestioni che stiamo montando sulle riprese video girate per voi al Museo.
Il primo vocale è di Vincenzo Cabiati e accompagna il suo lavoro “Carbone”.

Vorrei che queste pillole d’arte diventassero un modo per avvicinare al Museo tutti coloro che desiderano mantenere vive le nostre relazioni, alimentare le riflessioni sull’arte e sulla cultura soprattutto in un momento, come quello che stiamo attraversando, in cui certezze e punti fermi sembrano sgretolarsi. È in situazioni come queste che l’arte e la cultura tornano a essere più importanti che mai, ci tendono una mano, ci aiutano a leggere e interpretare quello che stiamo vivendo, proponendoci modi diversi di pensare e di esistere.

#iorestoacasa, ma sono qui. Tiziana Casapietra, Direttrice Museo della Ceramica di Savona

Per maggiori informazioni su “Carbone” di Vincenzo Cabiati visita questa pagina.

Vincenzo Cabiati è originario di Vado Ligure (Savona). Nella sua formazione artistica si ispira alle opere del padre Achille. Alla fine degli anni Ottanta, si trasferisce a Milano dove allestisce la sua prima mostra personale, Femminea, presso la Galleria Giò Marconi. Tra le sue mostre più recenti ricordiamo: 2019-2020: “L’invenzione del Corpo”, Galleria Vannucci, Pistoia; 2019: “Giovane Custer”, AF arte contemporanea, Bologna; “Saint Sebastian”, Museo della Ceramica di Savona; 2018: Donazione Giancarlo e Danna Olgiati al Masi Lac, Lugano; 2016-17: “Rich Bitch”, Assab One, Milano; 2014: “Vincenzo Cabiati – Corrado Levi”, Spazio-1, Lugano.

Orari

venerdì 9.30-13; 15.30-18.30
sabato 9.30-13; 15.30-18.30
domenica 9.30-17
lunedì 9.30-13

 

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