Sacrificio di Isacco

Orazio De Ferrari
Prima metà del sec. XVII
Liguria, Genova

In breve

Una metafora morale, un vero e proprio sermone per immagini sulla fiducia riposta nel proprio Dio, contraddistingue questo soggetto biblico di Orazio De Ferrari, la cui tensione drammatica scaturisce dal doppio contrapporsi dei gesti di Abramo e dell’angelo, volti da una parte a ribadire il sacrificio da compiere, ancora tutto in potenza, dall’altra a sospenderlo: una compiuta espressione di composta oratoria, memore del naturalismo un po’ declamatorio e della gestualità teatrale che contraddistingue la pittura genovese di primo Seicento.

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Approfondimento

L’opera si colloca nel contesto figurativo ligure della prima metà del ‘600, nella vasta produzione di pittura da cavalletto che gli artisti genovesi realizzano per le quadrerie delle famiglie aristocratiche cittadine, in cui i soggetti biblici o mitologici diventano veicolo di contenuti morali o edificanti, espressi come brani di composta oratoria, in cui la gestualità teatrale anima le movenze dei personaggi, unita a una nuova componente realistica, di ascendenza caravaggesca, che utilizza il vivido risalto della luce sulle figure emergenti dal fondo scuro e indistinto. Qui le linee, disposte sulle diagonali secondo un impianto di ascendenza manierista, danno luogo ad una composizione a doppio chiasmo, incentrata sulla torsione del corpo di Abramo, con lo sguardo fisso in quello dell’angelo; questo allude al sacrificio di Isacco che sta per essere compiuto, secondo il comando divino, indicando il gesto, ancora tutto in potenza, con cui la mano del padre sta per infliggere il colpo mortale sulla gola del figlio, inerme e candido, che volge in alto il capo bendato, colpito dalla luce. L’interessante dipinto, donato da G. Frascheri alla Pinacoteca insieme con Cristo alla Colonna, assegnata a Orazio de Ferrari da G.V. Castelnovi, èd stata in passato avvicinata al naturalismo un po’ declamatorio di Gioacchino Assereto, da cui l’opera di si discosta, tuttavia, come osservato da B. Barbero, per una sensibilità quasi pre-barocca, visibile nel dinamismo dei mossi panneggi.

Specifiche

Artista: Orazio De Ferrari (Voltri 1606 – Genova 1657)
Materiale: Olio su tela
Dimensioni: cm 129 x 172
Collocazione: Pinacoteca Civica di Savona (Sala 9)

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