Visto il grande successo riscontrato, il Museo della Ceramica di Savona è lieto di comunicare la proroga della mostra personale HO VISTO UN’ALBA BLU di Giovanni Gaggia a cura di Livia Savorelli. Inaugurata il 30 ottobre 2021 alla presenza dell’artista marchigiano, l’installazione resterà allestita presso il Museo della Ceramica fino al 14 febbraio 2022 e sarà visitabile secondo gli orari museali. Per scelta dell’artista alcune opere del progetto Unus papilio erat: Cuore a Dio, mani al lavoro entreranno a far parte della collezione permanente del Museo.
HO VISTO UN’ALBA BLU di GIOVANNI GAGGIA
Il titolo, ispirato dal testo della canzone Blu dei CSI, conduce il visitatore in una narrazione poetico-politica in cui il blu, in dialogo con la collezione museale, diventa filo conduttore visivo e metaforico della fragilità umana, di «una storia che si tesse insieme, dalla piccola e quotidiana memoria personale a una più ampia e collettiva».
Blu come il mare che compare in Quello che doveva accadere, video inedito presentato in mostra. Quello che doveva accadere chiude anche l’omonimo progetto corale che ha previsto la partecipazione di più di 50 voci tra artisti, critici, curatori poeti e giornalisti, dedicato alla Strage di Ustica, una delle pagine più tristi della Storia del nostro Paese, e che è stato presentato ad Ancona al Museo Tattile Statale Omero: un arazzo ricamato in braille, un libro d’artista, ora un video che riporta il tragico racconto al mare, prima luogo di morte ora di rinascita, in una sorta di inversione metaforica del ciclo della vita, per una sospensione da un dolore così strettamente connesso all’umana esistenza. Mare come dimensione politica.
Blu, nella sue varianti tonali, con l’installazione Cuore a Dio, mani al lavoro composta da 125 cuori in ceramica realizzati da Gaggia in occasione della residenza tenutasi, tra fine novembre e inizio dicembre 2019 all’Antico Giardino Laboratori di prossimità di Albissola Marina (SV) su invito dell’Associazione culturale Arteam, per realizzare un grande progetto partecipato, in cui le singole parti sono metafora di una comunità consapevole. Ogni cuore, realizzato a partire dal calco di un vero cuore mummificato – la cui cromia è legata al colore del mare, alla stessa tradizione ceramica ligure e alla valenza legata al colore blu nella tradizione cristiana, considerato come simbolo di evasione e pace – è stato personalizzato da ogni partecipante, lasciando un segno (un graffio, un disegno o una scritta) che facesse emergere il bianco e ristabilisse l’equilibrio del bianco-blu della tradizione ceramica. Il segno, intimo e personale, lasciato da ciascuno come membro di una comunità, è inoltre un inno alla difesa delle differenze e delle diversità.
Il progetto ha inoltre avviato un meccanismo virtuoso che, travalicando ogni confine geografico e fisico, si è ampliato alla comunità “virtuale” che ha contribuito al progetto con disegni, selezionati dall’artista e da lui stesso ricreati sul cuore in ceramica e, grazie alla collaborazione con LaboratorioL, estesa anche alle scuole del territorio albissolese.
Blu come l’arazzo su cui compare in oro la scritta ADESSO, blu come la coperta della Marina militare, simbolo del Mediterraneo e portatrice di una storia di dolore che da personale diviene collettiva, risanata dal gesto rigenerante del ricamo delle donne in piazza con lo stesso filo oro che dodici anni fa era stato usato per cucire dei cuori veri in una sua performance del 2009.
La mano accoglie, sfiora l’arazzo, decodifica la frase: ADESSO. Il cerchio si chiude, ora finalmente possiamo vedere un’alba blu.
LA RESIDENZA
Il progetto annuale di residenze per l’Antico Giardino Laboratori di prossimità presso l’Ostello “Le Stuoie” ad Albissola Marina (SV) – ideato dall’Associazione Culturale Arteam di Albissola Marina e curato da Livia Savorelli – ha visto selezionato come artista in residenza per l’anno 2019, Giovanni Gaggia (1977) – artista multiforme la cui ricerca muove dalla performance al ricamo, dal disegno alla ceramica – che ha presentato il progetto Unus papilio erat: Cuore a Dio, mani al lavoro, il cui titolo trae origine dal motto caro alla Santa Maria Giuseppa Rossello, albissolese d’origine e patrona dei ceramisti liguri, Cuore a Dio, mani al lavoro.
In concomitanza con la residenza, è stato inoltre realizzato sia un laboratorio creativo di inclusione sociale riservato agli ospiti della Casa Famiglia “Casa Benedetta Rossello”, realizzato con la guida dei maestri ceramisti Giacomo Lusso e Carlo Sipsz, sia un laboratorio aperto alla comunità albissolese, che ha visto la partecipazione anche del Vicesindaco Nicoletta Negro, di alcuni membri della Giunta comunale di Albissola Marina e di alcuni consiglieri delegati.
Concepito come processo relazionale, destinato a continuare anche dopo la fine della residenza, il progetto ha dato vita ad un meccanismo virtuoso che è continuato anche dopo il termine della residenza coinvolgendo i bambini delle scuole elementari di Albissola Marina, grazie ai laboratori dedicati condotti da Alessio Cotena e Marco Isaia di LaboratorioL. La pratica relazionale ha acceso i cuori per la realizzazione di un grande progetto collettivo e diffuso.
Il progetto ha goduto del sostegno scientifico e promozionale del MuDA – Museo Diffuso Albisola che ha anche realizzato un’intervista agli attori del progetto, pubblicata sul canale youtube del MuDA.
GIOVANNI GAGGIA
Giovanni Gaggia nasce nel 1977 a Pergola (PU) dove ad oggi vive e lavora. Nel 2008 fonda Casa Sponge. Gaggia è artista multiforme che si muove con eleganza tra media eterogenei. Sempre amorosamente versato in un tempo interiore, ha recentemente rinvenuto i luoghi privilegiati del proprio fare artistico nel disegno, nella performance, nel ricamo. Formatosi presso la Scuola del Libro di Urbino, la visione interiore di Gaggia si esplica in un disegno di adamantina bellezza. La linea tratteggia farfalle ed oggetti del quotidiano o si effonde in dolcissime vibrazioni di chiari e scuri. Sempre meditata come principio costruttore di forma e di senso, la linea torna nel ricamo per divenire raffinato intarsio: in una mitopoiesi del segno, ago e filo diventano strumenti di sutura su drappi sericei come su veri cuori dando vita ad azioni performative struggenti dove l’interazione col fruitore è fondamentale. Nell’opera di Gaggia l’elemento sociale e politico divengono dramma intimamente vissuto.
www.giovannigaggia.it
LINK ALLA CARTELLA STAMPA: https://drive.google.com/drive/folders/1bCXpn3t5WSSTMxBEBXEs686dWC0fE-_T?usp=sharing
Giovanni Gaggia
HO VISTO UN’ALBA BLU
a cura di Livia Savorelli
Un progetto di Associazione Culturale Arteam e Fondazione Diocesana Comunità Servizi – Caritas Savona Noli
in collaborazione con MUSA – Civici Musei Savona, Museo della Ceramica di Savona, Fondazione Agostino De Mari, MuDA – Museo Diffuso Albisola, Laboratorio L, Italia Nostra – Sezione di Savona
Per maggiori informazioni
Giulia Macchiarella
comunicazione@museodellaceramica.savona.it
Telefono: 019827734 – +39 3409363059