Amazzone (La Cavallerizza)

Massimo Campigli
1953

In breve

Le numerose esposizioni dedicate a Massimo Campigli nella galleria milanese del Naviglio evidenziano l’interesse di Carlo Cardazzo per i maestri del Novecento italiano e la loro figurazione magica.

Come testimonia quest’opera, la scoperta e la riflessione sugli Etruschi avevano stimolato in Campigli l’evocazione di miti cui dare forma mediante immagini schematizzate, risultanti dalla decantazione del reale. Ne risulta una ossessiva reiterazione di motivi ben definiti, fra cui le donne dal busto stretto sempre simili, fermate in un’espressione incantata, che popolano il suo mondo.

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Approfondimento

Nell’Amazzone del 1953 la figura della cavallerizza che campeggia in primo piano è attorniata da un pubblico unicamente formato da donne-clessidra e donne-vaso. Le figure sono collocate su un fondo biancastro e ruvido; la tavolozza, quasi monocromatica, si limita a pochi toni di bianco, ocra, grigio-azzurro, marrone e nero.

Le immagini, ridotte a simboli, restituiscono una realtà intima e familiare interpretata secondo il processo magico-rituale dell’esercizio pittorico. Ne consegue un mondo incantato di forme sospese in un tempo assoluto. Lo stesso Campigli, in una presentazione al catalogo di una personale alla galleria del Naviglio nel 1953 (forse la stessa dove era stato presentata quest’opera) scrive “vorrei che coi miei quadri si potesse convivere come con un lento pendolo silenzioso”.

L’Amazzone di Campigli fu esposta a Palazzo Reale a Milano in una grande Retrospettiva del Maestro. Analoghe composizioni sono state presentate da Campigli ne Il Circo del 1953 e nella litografia con La Cavallerizza del 1954.

Specifiche

Artista: Massimo Campigli (Max Ihlenfeldt, Berlino 1895 – Saint-Tropez 1971)
Materiale: Olio su tela
Dimensioni: cm 130×134
Provenienza: Collezione Milena Milani/Carlo Cardazzo
Collocazione: Pinacoteca Civica di Savona (Sala 21)

 

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