1° Agosto 2018
Sa, le mie opere partono dai materiali, dai mezzi e con questa opera credo di aver riflettuto su di me, come artista che lavora con i materiali. Quando penso all’argilla, ho capito che con quest’opera avrei voluto espolare l’idea di fragilità, il fatto che sia così forte ma si rompa così facilmente. Quando ho realizzato quest’opera, riflettevo sul problema della sicurezza, che oggigiorno sta assediando il mondo intero e volevo vedere come l’argilla potesse essere usata per esprimere ed esplorare questo concetto
Credo che per me rappresenti parte del percorso che ho attraversato. Quando l’ho realizzata, mi stavo giusto introducendo all’era digitale, soprattutto attraverso il computer, i telefoni cellulari e i media elettronici. Non a caso i miei “River”, “Digital River” e “Digital Waterfall” riflettono il concetto del rompersi delle cose in parti più piccole e identificabili, tali da poter essere risistemate, modificate in formati diversi, ma che sono comunque riconducibili alle loro origini. Opere come “Digital Media” o “Digital Waterfall” possono infatti essere configurate in tanti modi diversi, che le rendono molto più dinamiche, non un’idea soltanto. Non voglio avere un’opera che sia fissa e di un solo particolare formato, ma qualcosa che sia capace di essere manipolato e rilavorato in qualcosa di nuovo.
È questo l’intero concetto: un’idea che viene rielaborata da una persona che deve trovare il modo di renderla vera arte. L’arte non deve essere noiosa, bensì qualcosa che genera sfide e vive nel tempo, sempre capace di riflettere tempi diversi.
Oggi? Se attualmente dovessi lavorare al tema della sicurezza, lo guarderei in modo diverso. Probabilmente esplorando il fatto che quasi tutti gli utensili da cucina sono fatti di argilla, per parlare di qualcosa come “sicurezza del cibo”.
Considerato oggi il più importante artista africano attivo nel continente, El Anatsui ha portato l’Africa, la sua storia, la sua cultura e la sua arte in tutto il mondo. Nato in Ghana nel 1944, oggi vive e lavora tra il Ghana e la Nigeria. Proprio in Nigeria, nel 2011, ha chiuso la sua lunga carriera da docente universitario, insegnando Scultura presso il Dipartimento d’Arti d’Applicate dell’Università della Nigeria, a Nsukka. Tantissimi i premi ricevuti nella sua carriera: il più recente in ordine di tempo è, nel 2017, il Praemium Imperiale, il Premio Mondiale per la Cultura in memoria di Sua Maestà Imperiale il principe Takamatsu, organizzato annualmente dalla Japan Art Association. Considerato per l’importanza il Premio Nobel nel campo artistico, il Preamium Imperiale segna un traguardo importante per l’artista, che diventa il primo ghanese nella storia a ricevere questo riconoscimento. Impossibile dimenticare poi il 2015, quando la Biennale d’Arte di Venezia decide di assegnargli il Leone d’Oro alla Carriera. Le opere di questo grande artista africano sono state esposte in tutto il mondo: dal 1980, quando per la prima volta fu possibile ammirare una sua personale a Cummington, negli Stati Uniti, i suoi lavori hanno viaggiato per i 5 continenti. Oggi le sue opere sono presenti nei più importanti musei internazionali, tra cui il British Museum di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, il De Young Museum di San Francisco, Il Metropolitan Museum of Art di New York e l’Osaka Foundation of Culture di Osaka.