L’istoriato barocco

XVII

In breve

La sala documenta l’affermarsi nella maiolica della decorazione che prende il nome di “istoriato barocco”, frutto del rapporto instauratosi tra pittura e ceramica nel corso del Seicento. L’affresco della volta, con Apollo e Diana sul carro del Sole, è stato eseguito negli ultimi decenni del XVII secolo da Bartolomeo Guidobono (Savona 1654 – Torino 1709). L’artista, istruito fin da fanciullo a dipingere su maiolica dal padre Gio Antonio, decoratore di ceramiche, aveva precocemente formato il suo linguaggio espressivo grazie alla familiarità con casa Piola, il più importante laboratorio artistico della Genova dell’epoca, e ai viaggi di studio a Parma, Bologna e Venezia.

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Approfondimento

Prevalentemente, ma non esclusivamente, realizzato in bianco e blu, l’“istoriato barocco” predilige la rappresentazione di un repertorio aulico tratto dalla mitologia, dalla letteratura e dalla storia biblica valendosi di stampe, illustrazioni o disegni. La ceramica è concepita come un’unica superficie narrativa su cui divinità, antichi guerrieri, figure femminili atteggiate o cavalieri paludati compaiono, tra stuoli di putti, sullo sfondo di cieli nuvolosi, in paesaggi con montagne, castelli, casolari, attorniati da alberi e cespugli. Solo raramente i personaggi vengono ambientati in interni domestici. La diffusione delle maioliche barocche liguri, oggetti d’uso ma pure di alto valore estetico, è legata ai gusti della committenza aristocratica alla quale erano destinati. L’esuberante ornamentazione di vasi biansati, piatti da parata, eleganti sottocoppe, testimonia la grande fioritura di questa produzione, ammirata e conosciuta per la sua bellezza in tutto il mondo grazie a un fiorente commercio. Al pennello di Bartolomeo Guidobono, che porta questo stile alle sue più alte espressioni, sono attribuiti diversi dei manufatti esposti nel Museo, caratterizzati da complesse e raffinate composizioni con alberi dalle chiome lobate e vegetazione definiti da un sottile reticolo a punta di pennello, putti, dolci fanciulle, divinità dell’Olimpo e movimentati cavalli marini.

Queste ceramiche sono esposte nella sala numero 2 del Museo della Ceramica di Savona.

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