La prima mostra di luce nera, il cosiddetto “Ambiente Spaziale”, di Lucio Fontana fu ospitata da Carlo Cardazzo nella sua Galleria del Naviglio a Milano, che diventò così la sede storica dello Spazialismo la cui rapida diffusione avvenne grazie al lavoro di Carlo Cardazzo. Il 6 novembre 1951, alla Galleria del Naviglio, viene redatto il Manifesto dell’arte Spaziale, firmato da vari artisti fra cui Milena MIlani.
Insieme a Carlo Cardazzo, Milena Milani ha contribuito all’affermazione dello Spazialismo fondato da Lucio Fontana nel 1947. Nel 1949, dopo l’uscita del “Primo manifesto dello spazialismo”, Fontana realizza le prime opere forando le tele. Nel 1957, in una serie di lavori, oltre ai buchi, appaiono anche i tagli che successivamente avranno una propria compiutezza nelle opere intitolate “Attese” o “Concetto spaziale”.
L’attenzione di Fontana si focalizza sulla presenza del segno gestuale sulla tela, sul rapporto tra questo segno e tutta la superficie del supporto: l’opera esposta a Palazzo Gavotti, Attese, esemplifica il gesto rivoluzionario dell’artista. Questo atto allontana la poetica di Fontana dalla tradizione, in direzione della nuova arte spaziale: tagliando la superficie, il quadro entra in relazione con lo spazio, il quale da questa fenditura penetra al suo interno.
Artista: Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, 1899-1968)
Materiale: Tecnica mista su tela
Dimensioni: cm 55 x 46
Provenienza: Collezione Milena Milani/Carlo Cardazzo
Collocazione: Pinacoteca Civica di Savona (Sala 19)