Da Savona all’Estonia. La firma non fa il maestro!

22 Settembre 2015 
Essere imitati è senza dubbio un segno di notorietà!
Lo stile “antico Savona”, tipico della ceramica ligure secentesca, con il suo caratteristico decoro bianco-blu, ha vantato negli anni molti tentativi di imitazione o contraffazione. Uno di questi, scoperto di recente e quasi per caso, unisce Savona ad una città geograficamente molto lontana: Tallinn, capitale dell’Estonia. Un ponte inedito che si è creato tra le due città e i loro musei, tra Mediterraneo e Baltico, grazie ai navigatori del web e ai viaggi estivi dei visitatori del nostro museo.

 

Cosa è successo? Un amico del Museo della Ceramica, in visita al Mikkel Muuseum e al Kadriorg Art Museum di Tallinn, due dei musei che formano il complesso dell’Art Museum of Estonia, ha notato e fotografato due grandi idrie bianco-blu, addirittura datate e firmate dal pittore savonese Giovanni Agostino Ratti (Savona, 1699 – Genova, 1775). I due vasi si possono ammirare nella collezione digitale del museo estone, cliccando qui e qui. Ma attenzione, l’esauriente didascalia fornita dal museo ci spiega chiaramente che ci troviamo di fronte a imitazioni tardo ottocentesche della maiolica bianco-blu savonese e di uno dei suoi maggiori interpreti: ci troviamo infatti all’interno del percorso espositivo della mostra “True Art or Fake“, che ha tra i suoi obiettivi quello di indagare il rapporto tra originali, copie e falsi nel mondo dell’arte. Le idrie di Tallinn sono quindi esemplari dichiaratamente contraffatti, come i tanti che, tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, hanno iniziato a farsi strada nel mercato antiquario, testimoni di una grande notorietà dello stile ceramico ligure e della richiesta di manufatti di questo tipo che arrivava da tutta Europa.

 

In questo caso, alcuni elementi svelano il falso anche a una prima occhiata. Questi manufatti, morfologicamente incongrui per le dimensioni e con aggiunte di elementi come i manici a forma di serpenti attorcigliati, ci mostrano fin troppo in evidenza, sul collo dei vasi a idria, la dicitura Agostino Ratti fece in Savona e l’anno 1722, così come la marca della Manifattura Salamone: tutti elementi che negli originali sarebbero stati posizionati in luoghi meno visibili (il retro delle sottocoppe, o il fondo dei vasi). E poi lo stile: i due grandi vasi di Tallinn e i loro soggetti di genere mitologico e paesistico difettano della fantasia creativa e della cifra stilistica di Ratti e risultano bloccate nella rigidità del disegno. Il falsario dei vasi di Tallinn è stato comunque molto diligente: ad esempio, ha raffigurato la marca della Manifattura Salamone discostandosi dal modo tradizionale con cui veniva raffigurata (una S con una stella a 5 punte), scegliendo di ricopiare il modo specifico e personale in cui Ratti aveva dipinto quella stessa marca in altri esemplari firmati del 1720 e 1721, come La Toeletta di Venere, conservata a Berlino al Kunstgewerbemuseum, e il Pulcinella Musico visibile a Palazzo Madama di Torino: una lettera S inscritta in una stella a 6 punte.

 

 

Speriamo che questo articolo sia servito a chiarire le differenze tra originali e copie. Tuttavia, se vi trovate da qualche parte nel mondo, di fronte a un’opera di dichiarata manifattura savonese, e avete dei dubbi, fatecelo sapere! E in ogni caso rallegratevi: vorrà dire che la raffinatezza della ceramica ligure, autentica o meno, è universalmente riconosciuta e celebrata!

Orari

venerdì 9.30-13; 15.30-18.30
sabato 9.30-13; 15.30-18.30
domenica 9.30-17
lunedì 9.30-13

 

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