Come la prima pagina di un libro, la sala introduttiva offre al visitatore un panorama del contesto in cui è collocato il Museo d’Arte di Palazzo Gavotti. Il paesaggio di Savona e dintorni è raccontato prevalentemente da opere di artisti locali del Novecento che ne hanno interpretato gli aspetti più caratteristici, dalle ariose marine, al vecchio porto, agli scorci sui caruggi del centro storico. A queste vedute si sono aggiunte, con più recenti acquisizioni, le opere di significativi maestri contemporanei, quali Michele Cascella o Arturo Tosi che spaziano sul più ampio panorama della pittura di paesaggio che ha per protagonista la Liguria.
La cultura figurativa del tardo Medioevo a Savona è documentata da alcuni capolavori trecenteschi conservati al museo. Le fonti storiche confermano la rilevanza politica ed economica della città nel Medioevo, ma sono rare le opere sopravvissute che permettano di ricostruire le coeve vicende artistiche. Dal 1528, infatti, a seguito di un conflitto, la Repubblica di Genova strappa a Savona il controllo della cittadella sul Priamàr, la rade al suolo per costruire un’imponente fortezza, cancellando in poco tempo la presenza di alcuni edifici religiosi e le preziose testimonianze artistiche in essi conservate.
Il Quattrocento coincide con uno dei periodi di più intensa vitalità per Savona. L’ascesa al soglio pontificio del savonese Francesco della Rovere, con il nome di Sisto IV, segna l’inizio di un’irripetibile stagione di mecenatismo, che coinvolge l’intera comunità. Il fervente clima culturale, richiama molti artisti, come Vincenzo Foppa, Giovanni Mazone e Lorenzo Fasolo, rappresentati al museo da una straordinaria varietà di soggetti.
Gli anni dell’episcopato savonese di Giuliano della Rovere, nipote di Sisto IV destinato a succedergli con il nome di Giulio II, coincidono con l’affermazione, nel contesto artistico locale, della maniera moderna e confermano il rapporto che lega strettamente la città di Savona a Milano e agli altri centri artistici lombardi.
Nota come Crocifissione di Savona è un unicum nel panorama della pittura rinascimentale italiana. All’interno del percorso del Museo, la Crocifissione di Donato de’ Bardi, si presenta come “mostra di una sola opera” per sollecitare, non solo l’attenzione e la curiosità ma, anche, emozioni e suggestioni provocate da questo capolavoro assoluto. Il particolare allestimento della grande tela offre al visitatore un’esperienza particolarmente intima con l’opera, invitandolo a riflettere su un unico e selezionatissimo dipinto.
La pittura ligure tra Seicento e inizi Settecento è rappresentata dalle opere dei genovesi Giovanni Battista Carlone, Bartolomeo Biscaino e Domenico Piola e dei savonesi Gio Stefano Robatto e Bartolomeo Guidobono. Quest’ultimo, in particolare, presente con diverse opere anche nell’adiacente Museo della Ceramica, testimonia il proficuo rapporto instauratosi a Savona fra pittura e arte ceramica.
Le opere dei pittori Agostino e Carlo Giuseppe Ratti rappresentano l’arte del Settecento a Savona, contesto in cui sono esposte anche le opere di Paolo Gerolamo Brusco. Giovanni Agostino Ratti interpreta le ultime aggraziate movenze d’Arcadia con versatilità tecnica, rappresentata anche nel Museo della Ceramica nella pittura su maiolica, mentre suo figlio Carlo Giuseppe Ratti, biografo degli artisti genovesi, testimonia l’evoluzione delle arti figurative verso il neoclassicismo e la dimensione intellettuale del Secolo dei Lumi.
L’Ottocento è rappresentato dalle opere di Giuseppe Frascheri, il più consapevole rappresentante del Romanticismo storico-letterario in Liguria; in dipinti di spiccata intonazione lirica e patetica, in scene in costume e ritratti. Solido disegnatore e colorista, Nicolò Barabino, seppe rinnovare la tradizionale pittura di storia, aggiornando il suo linguaggio pittorico al nuovo gusto della committenza borghese dell’epoca, divenendo gradito interprete di soggetti storici e religiosi che gli procurarono grande fama e popolarità in Italia.
Una sala dedicata al Novecento ospita i dipinti donati da Egidio Ercoli alla Pinacoteca Civica della sua città, nel 2008. Le opere esposte riflettono, nel gusto del collezionista, la volontà di rappresentare la pittura italiana del primo e del secondo dopoguerra: Metafisica e Realismo magico con Sironi, De Chirico e Savinio; Realismo a sfondo sociale con Domenico Cantatore; temi e modi espressionistici con Alberto Sughi.